The Town of Light è un thriller psicologico, che ha molto di una avventura grafica, un titolo made in Italy, pubblicato da LKA, una compagnia italiana. Il titolo è ambientato in Italia, precisamente a Volterra nel 2016, prende spunto da fatti realmente accaduti, all’interno di un manicomio, e viene riprodotto tramite l’uso del motore grafico Unity.
Piattaforme : Microsoft Windows, Playstation 4, Xbox One.
Configurazione di prova:
i7 2700k (5ghz) ; 16gb Ram (2133mhz) ; Gtx 1080 ; Risoluzione 3840 x 2160p ; Windows 10
Trama : 7
Il titolo presenta la ricostruzione della vita di Renèe, la protagonista di cui prenderemo il controllo, e che tramite flashback, piccoli enigmi abbastanza elementari, fogli che troveremo sparsi per il manicomio (o ciò che ne resta), ci svelerà i suoi ricordi e ciò che avveniva all’interno del manicomio.
Una trama profonda e importante, probabilmente ambiziosa, forse anche troppo, che ha delle ottime premesse, ma che a mio parere non è messa a lustro come avrebbe potuto, in certi punti. Il gioco riesce a coinvolgere, e ha una trama intrigante, ma che forse si svolge troppo rapidamente, con troppa facilità, cosa che alla fine fa mancare quella suspance, o quell’attesa nel “guadagnarsi” il finale che avrebbe accresciuto la curiosità nel player e lo avrebbe spinto ad andare avanti sino alla fine con rinnovato interesse.
Alcune figure cardine della trama, vengono rese con altrettanta rapidità, e trapela una mancanza di approfondimenti che probabilmente avrebbero dato quel “quid” agli stessi, arricchendo dunque il contenuto della trama stessa.
Va detto però che il gioco non annoia, e riesce sicuramente a trasmettere messaggi forti, facendo vivere momenti di empatia, cosa che in fondo il titolo si era prefissato di fare. In questo non delude. Un piccolo appunto andrebbe fatto alla voce della protagonista, che ha un ruolo molto importante essendo l’unica cosa che “vedremo” del nostro personaggio, essendo in prima persona, e quindi l’unico tramite che collega noi e Renèe, in certi momenti appare sin troppo “recitata” e forse non contribuisce a pieno nell’enfatizzare questa empatia che si crea durante lo svolgimento del gioco.
Gameplay : 6-
Il gameplay ricalca ciò che può essere considerata un’avventura grafica, una narrazione interattiva. I piccoli enigmi e i minipuzzle presenti sono banali, non sono una reale sfida e non è possibile bloccarsi a causa di uno di questi. Durante lo svolgimento del gioco, quelle rare volte in cui si perde il senso dell’orientamento, o non si ha ben chiaro dove andare, è possibile interrogare Renèe stessa, che ci guiderà verso la destinazione o ci spiegherà cosa dobbiamo fare. Un gameplay ridotto all’osso, non si salta, non si scatta, non si rompono oggetti, non ci sono nemici da cui proteggersi o da uccidere, prove a tempo da affrontare. Si fa il minimo indispensabile per “ascoltare” la storia e guidare Renèe dove vuole andare. Tutto sommato è comunque un gameplay che potrebbe essere considerato sufficiente, ma che, come detto, non arricchisce la trama con un qualche senso di sfida, non si ha la sensazione di essersi guadagnati il capitolo successivo, capitoli che si succedono spesso grazie anche solo aver percorso un corridoio, aver chiuso una finestra, o aver fatto una rampa di scale. Sicuramente un gameplay più ricco e articolato avrebbe reso il titolo più convincente, più coinvolgente, e più completo.
Comparto Tecnico : 6
Il gioco ovviamente non è un tripla A, con le spalle robuste che possono avere alcune importanti software house, e questo si nota decisamente.
Le textures, anche giocato in 4k a dettagli maxati, non sono nulla di eccezionale, anzi. molte di queste mancano di dettagli realistici e sono decisamente minimali. Il colpo d’occhio è abbastanza “povero” sin dai primi frames, povero anche in effetti di luce ed ombre e occlusione ambientale. Nonostante questo, il gioco non è ben ottimizzato, e in 4k risulta molto più pesante di ciò che poi visivamente renda. Un gioco pesante persino per una 1080 o una 1080ti. La ricostruzione del luogo invece è veramente da ammirare, e con un impatto grafico migliore avrebbe sicuramente colpito…peccato.
La fisica del gioco è minimale, i movimenti che è possibile far compiere al personaggio sono veramente pochissimi. Le interazioni con gli oggetti circostanti sono alla stregua di un punta e clicca. Insomma un comparto tecnico veramente minimalista, ma che almeno non presenta bug di sorta.
Sonoro : 8
Le musiche del gioco sono davvero azzeccate. Ovviamente non aspettatevi nulla di teatrale ed epico alla mission impossible, anzi, sono tutte decisamente pertinenti e coerenti con la natura del titolo. Contribuiscono sempre all’atmosfera delle varie scene, incuiriosisono quando devono, mettono tensione quando serve, e non manca la canzone che accompagna le ultime scene, veramente bella e azzeccata.
Voto 8, meritato, c’è poco altro da aggiungere.
Giudizio Finale : 6.5
The Town of Light è un titolo atipico, che non piacerà a tutti, che va giocato con lo spirito giusto, e consapevolezza dei temi trattati. Un titolo impegnato, ambizioso, un titolo che con le giuste premesse sicuramente vale i soldi che costa, e trasmette qualcosa a chi lo gioca, con alcune carenze, mancanze e un comparto tecnico che lascia a desiderare, e che in generale, probabilmente poteva fare meglio. Se siete alla ricerca di titoli leggeri, o di uno “pseudo-horror” al cardiopalma, passate oltre, guardate altrove. Se ne siete incuriositi e volete scoprire cosa accadde a Renèe in un manicomio, a Volterra, allora non avete che da comprarlo.
Pro:
– Trama particolare e suggestiva
– Ricostruzione dei luoghi trattati decisamente curata
– Musiche veramente azzeccate
Contro:
– Molto breve
– Gameplay scarno, ridotto all’osso
– Textures e colpo d’occhio povero, non ben ottimizzato